SI! È possibile ricavare la stanza hobby anche abitando il pochi metri quadrati. La soluzione è nascosta all’interno dell’arredamento! Ci sono mobili sorprendenti che al loro interno nascondono altre funzioni, come le matriosche! Ad esempio, ci sono tavoli da pranzo che al loro interno celano tavoli da biliardo, oppure sedie divertenti che ti permetteranno di giocare a calcio da seduti oppure porte a battente, si, come quelle che usiamo per entrare da una stanza all’altra, che si trasformano in tavoli da pingpong. Ecco, in 50mq la tua nuova sala giochi.
Il rosso è solo è il colore dell’amore?
Il rosso è il colore degli estremi, è il colore della passione, della seduzione ma anche della violenza, del pericolo, della rabbia.
Fu il colore della regalità e del potere per molti secoli. Pensa ai mantelli romani! Ancora oggi rosso uguale a potere e regalità: pensa al tappeto rosso in segno di benvenuto per accogliere le celebrità.
In Sud Africa il rosso simboleggia il lutto, mentre in Nepal e in India è un colore propiziatorio, infatti le spose vestono di rosso. Anche in Cina il rosso è il colore più amato, il Drago Rosso simboleggia prosperità e felicità. Gli affari seguono le stessa simbologia cromatica, nei mercati azionari orientali, il rosso viene usato per identificare un rialzo delle quotazioni, al contrario in Occidente, con il rosso si indicano le perdite finanziarie.
Comunque, non ci sono regole assolute. È tutto relativo, non assoluto. Ecco, alla stessa maniera proviamo ad essere meno rigidi, con noi stessi e con gli altri, prendiamo spunto dal colore.
Nell’annuncio immobiliare sono importanti solo le fotografie, vero?
Assolutamente NO, le fotografie non sono lo strumento più incisivo e importante. L’annuncio immobiliare negli ultimi anni si è profondamente trasformato e questo lo sappiamo tutti. Prima cercavamo casa aprendo il giornale degli annunci e leggendo due righe soltanto, senza foto, senza niente, e chiamavamo il numero un po’ alla cieca. Oggi è naturalmente tutto diverso. Ti colleghi sui principali portali di annunci come Wikicasa.it, metti i vari filtri di ricerca ed ecco lì tantissime case fantastiche, e tra quelle c’è sicuramente anche la tua. All’interno dell’annuncio immobiliare ci sono tante cose importanti. Fondamentale è il copy, cioè il testo descrittivo dell’annuncio, che non deve solo dire che l’appartamento ha due camere da letto e basta ma deve spiegarti il contesto dell’immobile, se ci sono monumenti vicino al quartiere in cui è collocata, se il supermercato, la fermata dell’autobus o della metro si possono raggiungere a piedi, se a pochi chilometri vi sono straordinari musei. Poi ci sono le fotografie. Devi chiaramente affidarti a dei professionisti perché non puoi scattarle con il cellulare tutte storte o buie. Le fotografie insieme al virtual tour oppure ai video ti fanno naturalmente comprendere l’atmosfera, la luce che entra in casa, ti danno un assaggio dell’energia che vibra all’interno dell’immobile, ma alcune volte possono essere un po’ ingannevoli: far sembrare un ambiente più grande di quanto non sia nella realtà o più luminoso del reale. Oppure il contrario. L’unico strumento che fornisce una fotografia reale della casa è la planimetria, su questo non si discute. Perché solo attraverso questo potentissimo strumento puoi capire come sono organizzati gli spazi, dove sono collocati, la loro dimensione vera. E poi la planimetria non è uno strumento ultra tecnico che sanno interpretare solo gli addetti al settore, la leggono tutti! Ecco perché la planimetria è importante, e non devo spiegarti io a chi rivolgerti!
Prendiamoci un caffè insieme e raccontiamoci le nostre idee, ti va?
Quando ho iniziato a lavorare, avevo un po’ paura a raccontare agli altri le mie idee, che veramente credevo fossero geniali. Quanta paura avevo che le rubassero! Poi nel tempo ho scoperto che i progetti, quelli importanti, sia di vita personale che di lavoro si fanno sempre almeno in due, spesso quelli che si fanno da soli restano sogni irrealizzati. Per cui ti suggerisco, quando hai un sogno nel cassetto, una idea che senti potente, la prima cosa da fare è raccontarla, chiedere un consiglio. Sicuramente troverai una persona che ti ascolterà con attenzione ma non perché vorrà rubarti il sogno ma perché tiene a te e vuole conoscerti meglio e il primo modo per trasformare un sogno in un progetto è condividerlo. Parlandone le idee si possono solo arricchire, allora veramente possono diventare geniali.
Sei felice del tuo lavoro e sei soddisfatto di quello che fai?
Ieri mi è capitato di leggere su un giornale che le persone che fanno un buon lavoro si sentono bene, quelle che fanno un lavoro eccezionale si sentono eccezionali. E quindi i risultati contribuiscono notevolmente alla soddisfazione individuale. Io ci ho molto riflettuto e credo che un velo di verità in questa frase sia inequivocabile. Perché poi la soddisfazione personale contribuisce naturalmente a migliorare le nostre relazioni sia quelle più intime che tutte le altre, a ruota. In generale migliora in qualche modo la nostra aura, la nostra energia. Che ne pensi?
Se fossi un oggetto qualsiasi…cosa vorresti essere? Io una matita!
Sembra uno strumento banale, in fondo siamo abituati a utilizzare centinaia di oggetti senza neppure guardarli veramente, senza renderci conto della loro importanza. Eppure, ho appena letto qualcosa di straordinario che mi ha emozionato e mi ha fatto anche molto riflettere, e voglio condividerlo con te. Spero di ricordarlo tutto. Riguarda proprio questa matita. Sappiamo che affinché diventi una matita utile, di volta in volta bisognerà farle la punta, dobbiamo temperarla e se questa matita potesse urlare potremmo immaginare quanto potrebbe essere doloroso, ma è quello che serve per essere una matita utile. La vita è più o meno uguale perché le esperienze dolorose e le sfide arrivano a tutti noi, ma è attraverso queste opportunità che costruiamo il carattere e cresciamo. Scopriamo molto di noi stessi. Saremmo anche in grado di correggere molti degli errori che faremmo lungo la strada proprio come questa gomma, quindi impariamo nel tempo che i nostri errori non sono veramente errori. Sono lezioni che possiamo usare per fare meglio in altre occasioni. E poi ricorda sempre che la parte più importante di te…è quello che c’è dentro.
Se ti dico azzurro lo immaginiamo tutti dello stesso colore, e se ti dico indaco?
Ma che colore è l’indaco? Gli altri colori li identifichiamo nella nostra mente senza problemi, probabilmente tutti più o meno allo stesso modo. L’indaco è un blu nerastro. È una sostanza organica il cui nome evoca luoghi lontani ricordandoci l’India: infatti, il suo nome letteralmente significa “sostanza indiana”. L’indaco si ricava principalmente dalle piante, da un arbusto della famiglia delle Leguminose. Gli Egizi usavano l’indaco già a partire dal XVI secolo a. C., probabilmente anche prima, e ancora oggi lo utilizziamo per tingere i tessuti. Chi non si è mai lasciato sedurre da un paio di blue jeans, dal loro essere comodi, casual ed eleganti al tempo stesso, dal loro colore che identifica il noto capo di abbigliamento? Proprio questo colore è il nostro indaco. La parola “jeans” non è la traduzione letterale del termine, attenzione, derivada blu di Genova Il colore dell’intramontabile jeans, per tradizione è proprio l’Indaco. L’Indaco è un colore che ha sempre affascinato gli artisti. Simbolo di spiritualità, è stato largamente usato per colorare i mantelli delle Madonne a partire dal XIII secolo. Dallo spettro dei colori ai dipinti, l’Indaco è un colore che ci ha donato la natura e che dobbiamo custodire gelosamente. Con le sue sfumature così scure e profonde, conferisce eleganza e bellezza quando viene utilizzato e con quelle più tenui ci circonda nella vita quotidiana. È un colore che osserviamo e indossiamo spesso e in maniera inconsapevole; la prossima volta che guarderemo l’arcobaleno o che sceglieremo un paio di blue jeans, ripenseremo a questo colore meraviglioso e così presente nelle nostre vite, perché anche quando crediamo che il colore non faccia parte delle nostre esistenze, ci sbagliamo. Il colore è in noi, il colore siamo noi.
La luce è immateriale, è eterea, ma quanto arreda?
Hai mai riflettuto sull’importanza della luce all’interno delle nostre case? Perché, al pari dell’arredamento, l’illuminazione riveste un ruolo di primaria importanza. La luce è uno strumento di progettazione potente che si può utilizzare in tanti modi diversi per valorizzare un interno e dare vita ad una casa. Affidati a professionisti Interior designer e light designer per curare in ogni aspetto l’atmosfera ideale della tua nuova casa. Ricorda che la luce non deve solo “illuminare” ma anche sorprendere. Lo può fare da accesa, creando dei riflessi particolari sul muro, giochi di ombre suggestive, oppure da spenta perché, ad esempio, colpisce la sua forma insolita o scultorea. Fai in modo che la luce riscaldi i tuoi ambienti, che ti accolga quando torni dal lavoro. Puoi impostare dei timer per fare in modo che rientrando a casa da una giornata di lavoro impegnativa e frenetica, la tua casa possa darti il benvenuto accendendo in automatico alcuni punti strategici, qua e là, per darti il benvenuto. Non deve essere accesa a giorno ma creare delle atmosfere calde e accoglienti in alcune zone della casa, una lampada in salotto che illumina in maniera suggestiva un bel quadro, un segna passo nei gradini delle scale, una pianta ben illuminata che crea degli effetti di luce e ombra molto affascinanti. Come in una galleria d’arte, fai in modo che possa esaltare i punti di forza della tua casa e valorizzarli.
Esiste qualcosa che trasforma le nostre case quasi istantaneamente?
Vorrei parlarti del potere delle piante e dei fiori! Non esiste nulla di più incantevole, magico, rassicurante e potente dei fiori e delle piante all’interno delle nostre case. Conferiscono istantaneamente una sensazione visiva di pulito, di energizzante, anche di spirituale, di emozionale. Ma sono assolutamente bandite tutte le piante finte o i fiori secchi che, al contrario, danno una sensazione di stantio, di polveroso e secondo me anche di vecchio! Molti di voi sanno che seguo con tanta ammirazione e stima Paola Marella, con la quale ho anche realizzato un meraviglioso corso di Home Styling qualche anno fa e lei, come me, è appassionata di fiori, di vasi, di piante, di colore. E non possono mancare, inquadrati, anche nei vari post perché migliorano le nostre case e anche le nostre immagini. Il loro potere invisibile è potentissimo, credetemi. Qui in ufficio non ho molte piante ma in casa non posso farne a meno, mi fanno proprio stare meglio e sono un meraviglioso antidoto contro i pensieri bui. Tutti conosciamo l’infinita diversità dei fiori, la loro perfezione, il loro mistero, la loro bellezza, i loro profumi, la loro luminosità, i loro colori. Insomma usiamo i fiori, anche come arma segreta per conferire alle nostre case un aspetto sempre diverso… e grazie Paola per i contenuti che pubblichi, lo sai che sono un tuo grandissimo fan e questo caffè lo prendo con te!
I mobili gonfiabili, secondo te esistono?
Se vuoi un divano diverso dal solito quello che fa al caso tuo è Yomi. Si tratta di un divano gonfiabile in TPU, cioè in poliuretano termoplastico, con struttura in alluminio o legno. È totalmente smontabile e può essere trasportato con semplicità entrando in qualsiasi bagaglio. Si gonfia proprio come uno dei materassini che utilizziamo in piscina, ed ha pure vagamente lo stesso aspetto. La trasparenza consente ai raggi del sole di passare attraverso la seduta senza riscaldarla, offrendo totale comfort. Disponibile in numerose colorazioni, dalle trasparenze ai colori pieni. Perfetto per essere collocato negli spazi esterni e anche di facile manutenzione. Un prodotto che strizza l’occhio al design e al colore!
Si può vendere una casa in soli otto secondi?
In soli otto secondi scegliamo di comprare quella casa che abbiamo appena visto, oppure ci convinciamo che non sia quella giusta. Chiaramente poi, intervengono una serie di fattori che fanno realizzare il nostro “SI, la compro!”, l’ottenimento del mutuo, il parlarne in famiglia per capire se anche al nostro partner è piaciuta o meno, il disbrigo pratiche documentali per verificare la regolarità dell’immobile e molto altro che poi, magari, ci costringe a non comprare quella casa, ma in soli otto secondi abbiamo scelto, dentro di noi, se è quella giusta. In fondo non fa una piega: l’hai cercata su internet, hai inserito tutti i parametri di tuo interesse, città, prezzo, vari filtri di ricerca, ed ecco che già dal computer hai visto le foto, i virtual tour, la planimetria, che è fondamentale (e lo sai che io sono un po’ di parte!). Hai già capito che può essere quella giusta quindi quando andrai all’appuntamento per la visita presso l’immobile, basteranno otto secondi veramente, dall’apertura della porta di ingresso, per scegliere se sarà tua o meno, anche se poi farai una seconda o una terza visita con il tuo tecnico di fiducia. E quindi, adesso mi rivolgo a te, agente immobiliare, devi fare in modo che tutto sia perfetto avendo così poco tempo a disposizione. Ti darò dei suggerimenti in altri video per fare in modo di aiutarti a creare l’effetto wow! Perché è sempre più bello far vedere case straordinarie piuttosto che case anonime. Che ne pensi?
Sei felice?
Qualche giorno fa ascoltavo un video di Valerio Vacca, il direttore della Comunicazione e del Marketing del Gruppo Tempocasa, il noto franchising immobiliare che, come Planimetrie.net abbiamo il pregio e il vanto di avere come cliente. Valerio Vacca realizza dei video, sempre molto interessanti, che ascolto con grande interesse e in uno di questi ammetteva di sentirsi un uomo felice. Questo mi ha fatto molto riflettere perché mi capita raramente di parlare con persone realizzate, soddisfatte, libere dai pregiudizi, dalle paure di ogni tipo. E che ammettano di esserlo! Viviamo in un’epoca di frustrazione, di lamenti, di nervosismi continui ed è più facile sentirsi dire: “sono insoddisfatto” piuttosto che “sono felice”. Anche io mi sento felice. Tu come ti senti, veramente? Abbassa un minimo le difese, rischia per una volta di vedere a colori piuttosto che tutto solo nero. Togliti l’armatura, e goditi le situazioni impreviste.
Anche tu hai programmato tanti buoni propositi per questo 2023, vero?
Ne sono certo, perché credo che tutti noi, chi più chi meno, con l’inizio del nuovo anno programmiamo di migliorarci attraverso tanti buoni propositi e raccomandazioni che imponiamo a noi stessi. Poi accade che lentamente questo entusiasmo scemi e torniamo a rimandare la dieta al lunedì successivo o la palestra dopo la prossima festività. E lo so che l’hai fatto anche tu. L’anno è cominciato da poco e forse hai già mollato? Io, da qualche tempo, sono riuscito a non procrastinare i miei obiettivi e mi è stato molto utile un libro del noto psicologo Luca Mazzucchelli, che si chiama fattore 1%. Libro che vi consiglio, visto che forse siete in procinto di abbandonare i buoni propositi che vi eravate prefissati, perché cambiare, lo sappiamo tutti, è molto difficile, soprattutto se facciamo affidamento solo sulla motivazione. Forse la soluzione, anche per voi, è trasformare passo dopo passo (un 1% alla volta, appunto) i comportamenti per noi importanti in azioni facilmente ripetibili, quindi in abitudini che diventano forti e sostenibili nel tempo. Perché tra 5 anni saremo il risultato delle abitudini che oggi decidiamo di adottare. Quindi, tu come ti immagini o come sarai nel 2023? Sono molto curioso!
Sapevi che il colore rosa è prettamente maschile?
Il colore nell’interior design e nell’arredamento è determinante. Lo è anche nelle nostre vite, in ogni momento, sempre. Oggi vi parlo del colore rosa. La prima cosa da sapere è che il colore rosa non è un colore ‘da femmine’ o quantomeno l’associazione tra il rosa e la donna avviene solo in tempi relativamente recenti e per una scelta arbitraria. Per secoli il colore rosa rimase asessuato o in alcuni casi addirittura considerato un colore maschile, cioè l’esatto contrario rispetto ai nostri giorni. Il rosa essendo più vicino al rosso, e quindi a un colore che esprimeva forza, virilità e doti militari, il colore del sangue, restava comunque raccomandato ai maschi, mentre il blu era il colore del velo con cui veniva raffigurata tradizionalmente la Vergine Maria e per questo era ritenuto più appropriato alle donne. L’esatto contrario rispetto ad oggi, ma sempre di stereotipi si parla. Nel Diciottesimo secolo era perfettamente normale per un uomo indossare un abito di seta rosa con ricami floreali e nessuno guardandolo avrebbe pensato che fosse effemminato, anzi tutt’altro, appariva assolutamente virile. Le cose iniziarono progressivamente a cambiare all’inizio degli Anni Trenta del secolo scorso perché gli uomini iniziarono a vestire prevalentemente degli abiti scuri che conferivano più serietà ed erano ritenuti più adatti a dei contesti professionali. Le donne iniziavano invece a vestire con più frequenza degli abiti chiari che veniva accostati alla sfera famigliare e domestica. Nonostante gli sforzi del Movimento di Liberazione delle Donne, che durante gli anni ’60 e ’70 (ma non solo) ha tentato di abolire questa assurda differenziazione dell’azzurro per l’uomo e del rosa per le donne, spingendo per l’uso di colori neutri che non venissero associati ad alcun genere, le aziende di abbigliamento hanno trovato il modo di calcare la mano sulla distinzione, facendo leva sui bisogni dei futuri genitori. E quindi se aspettiamo un bambino e stiamo diventando genitori, l’industria del marketing ci dice che se è femmina dobbiamo addobbare la casa e vestirla di rosa e se è maschietto di azzurro. Fino agli Anni Cinquanta il rosa ed il blu erano ancora intercambiabili. In quegli anni, però, veniva lanciata sul mercato la famosa bambola Barbie che consolidò la moda del rosa associata al genere femminile. Finalmente, grazie all’attivismo dei movimenti femministi e non solo e alla diffusione della riflessione sull’identità di genere, questi stereotipi legati alla sessualità del colore stanno iniziando a sgretolarsi, o quasi considerate le assurdità che viviamo quotidianamente. Ma una cosa è certa, chi si ferma a giudicare qualcuno dal colore, che sia della pelle, del trucco o del vestito, è davvero uno stupido, meglio prendere questo caffè con chi ama il colore, qualunque colore.
Quanto sono importanti le associazioni nella nostra vita personale o di lavoro?
Moltissimo. Dalle associazioni di volontariato che forniscono assistenza a noi tutti alle associazioni sportive fino a quelle culturali o di categoria.
E di queste voglio parlarvi e di una in particolare in questa pausa caffè, dell’Aipi. Ovvero l’associazione italiana professionisti interior designer, l’associazione di riferimento per chiunque operi nel mondo dell’interior design fondata nel 1969 e riconosciuta dal Ministero delle imprese e del made in Italy.
Perché parlare di Aipi? Per tanti motivi, anzitutto perché è l’associazione di riferimento e di categoria. Cosa vuol dire, che rappresenta e tutela gli operatori che orbitano nel mondo della casa e dell’interior design offrendo i servizi che tutelano e aiutano chi ne fa parte. E per chi ancora oggi crede che l’interior designer sia un professionista di minore qualità rispetto all’architetto, si sbaglia. O meglio, è chiaro specificare che esistono architetti eccezionli e interior designer molto scarsi, ma anche l’esatto contrario. Le due professioni sono chiaramente distinte e con ambiti di applicazione ben definiti, eppure tra le competenze di un architetto d’interni e quelle di un interior designer esiste una sottile zona d’ombra dove le abilità si sovrappongono e alcune volte nascono le polemiche.
Volendo molto semplificare, l’architetto è un professionista esperto nel campo della progettazione che, di norma, interviene a livello strutturale, sia sull’involucro esterno dell’edificio (pareti esterne, tetto … ) sia nella progettazione degli spazi interni di un edificio (come tipologia dei vani, disposizione di muri portanti e colonne e molto altro … ). L’interior designer è un professionista che fonde le sue competenze tecnico-architettoniche al gusto artistico personale per giungere all’ideazione di un suo stile e opera per lo più nella progettazione delle finiture interne, nella scelta e nella disposizione dei complementi d’arredo, degli infissi interni, nella scelta dei tessuti, dei materiali e del colore. Quello che forse non sai è che spesso architetto e interior designer lavorano assieme, perché dove finiscono le competenze di uno iniziano quelle dell’altro e chiaramente lavorare in sinergia e in team è straordinario, valorizzare le competenze reciproche e non annientarle.
Quindi, questo caffè lo prendo con chiunque orbiti attorno al mondo della casa, architetto, interior designer, non importa. Buon caffè a noi.
Feng Shui. Superstizione, esoterismo, follia?
La pratica del Feng Shui è una tradizione antica di oltre cinquemila anni di origine cinese e tibetana. Questa tradizione è tutt’ora molto radicata sia in Cina sia a Hong Kong tanto che al momento dell’acquisto di un terreno o di uno stabile il primo esperto a essere consultato è un maestro di Feng Shui; il suo parere condiziona il mercato immobiliare e, perfino quando un’attività economica subisce dei rovesci è cosa normale chiedergli un responso sulle eventuali energie ostili messe in moto dal tipo di architettura o di decorazione interna. Superstizione, esoterismo, follia? Io ho studiato bene il Feng Shui e conosco l’importanza di applicare questa disciplina nella nostra vita quotidiana, d’altronde se esiste da oltre 5.000 anni ci sarà un motivo, ma per chi pensa sia follia credere all’invisibile e all’energia che emanano gli oggetti, i materiali, i colori, le persone, le fasi lunari e tanti altri fattori, ecco, ricordo che la massima saggezza, alle volte, confina con la più grande follia.
Una pentola in bagno? Perché no!
Anche oggi non smetterò di stupirvi e di raccontarvi di un oggetto d’arredo molto chic e insolito. Il mondo della cucina e dell’arredo bagno si incontrano in maniera giocosa, colorata, ma sempre con un occhio alla funzionalità e all’ironia. Ecco a voi Chef, un prodotto della nota azienda Rapsel, che vi incanterà, ne sono certo. Ecco, come per incanto i manici di questo pentolone si trasformano in portasalviette, il mestolo è miniaturizzato, diventa porta bicchiere e portasapone in una divertente allegoria. In un lavabo che strappa un sorriso e che stupisce! Può essere appoggiato sopra un mensolone di legno oppure, in maniera più tradizionale, adagiato su un piano in muratura. Se uno dei tuoi bagni è a ridosso della cucina, questo è il lavabo ideale che crea, con umorismo, un collegamento ai due ambienti limitrofi. Se possiedi un atelier un po’ eclettico questo è l’oggetto che racchiude nella sua vena sarcastica molto charme. Perché all’interno della nostra casa dobbiamo emozionarci, stupirci, divertirci. Dobbiamo stare bene.
Hai mai pensato di abbinarti a un colore?
Ognuno di noi, ha delle sfumature caratteriali che possono essere comparate a un colore. Vi ho parlato del grigio… Io trovo il grigio un colore affascinante, molto elegante nelle sue sfumature più chiare, e molto audace nelle sue tinte più scure come l’antracite. Non è un caso che anche nell’arredamento stia prendendo sempre più piede, mentre fino a qualche tempo fa era considerato adatto agli uffici, considerato senza personalità. Ecco, io credo di essere un uomo grigio. Ma non nella accezione del termine più comune, che ho anche detto prima, di tristezza o di malinconia. No, io sono un uomo grigio perché posso abbinarmi a tutti i colori del mondo, perché il grigio sta bene con tutto, abbinato a tutte le tinte del rosa, del magenta, dei gialli (pensa che bello il color senape abbinato al grigio scuro), agli azzurri, ai verdi, persino l’arancione o il rosso si abbinano a questo colore. Ma anche i viola. Pensa a un intenso colore melanzana abbinato a un grigio chiarissimo. Stupendo. Insomma, io vorrei essere il grigio e avere soprattutto lo sguardo grigio. Il che non ha nulla a che vedere con il colore degli occhi. Perché puoi anche avere gli occhi marroni come i miei, ma lo sguardo grigio, e quindi arcobaleno.
Si può riuscire ad avere una maggiore consapevolezza di noi stessi?
Sicuramente si. Le parole d’ordine sono originalità e libertà. È quello che ho imparato da Diego Dalla Palma che non ha certo bisogno di presentazioni. Nel 2014 ho avuto la grande opportunità di incontrarlo per la prima volta prendendo un tè insieme a Taormina, poi diventò il testimonial della nostra azienda e soprattutto nacque una amicizia sincera. Sui social Diego pubblica dei video, che lui chiama siparietti, mostrando abbinamenti estetici che alcune volte sono davvero insoliti: un accappatoio da doccia che si trasforma in soprabito, sovrapposizioni di gilet, uno sull’altro, una retina da frutta che diventa una pochette da taschino stravagante, e dice “perché no?”. Chiaramente Diego è un esperto di bellezza e non soltanto di quella fisica, esteriore, legata al mondo del trucco, del colore, del rossetto rosso e via dicendo. Parla di bellezza anche interiore perché si sa’ che valorizzarsi esternamente può anche molto aiutarci a sentirci più slanciati verso l’esterno. Valorizzare, non nascondere, le nostre unicità e trasformarle da quello che noi crediamo difetti in particolarità è sempre molto affascinante ed è anche un gesto audace e di forte personalità. Diego la chiama spesso luccicanza ed è la bellezza dell’essere particolari. La capacità di trasformare una parte definita brutta del nostro corpo o del nostro viso (da parte dei superficiali o spesso anche da noi stessi) nell’opportunità in più di trasformarla e crearsi uno stile. Uscire dagli schemi e non per questo sentirsi diversi, ma unici. E allora…perché no!
Il colore viola porta sfortuna?
Viola e Sfortuna: un binomio da sfatare. Da dove deriva questa associazione? Nel teatro, in particolare modo, questa idea è legata alla quaresima. Il viola è da sempre il colore del periodo che precede la Pasqua, scelto dal clero per il suo intenso valore spirituale di ascensione al divino. Nel periodo di quaresima gli spettacoli erano proibiti e gli artisti di strada che tentavano di guadagnarsi da vivere venivano perseguiti. In passato veniva ottenuto da molluschi e faceva anche una gran puzza il colore ottenuto. Era oltretutto molto impegnativo e costoso da produrre, per questo veniva utilizzato dalla nobiltà e dal clero. Nei tempi moderni è stato fatto un esperimento e si è tentato di replicare il colore che veniva prodotto tantissimi anni fa e si è appurato che per colorare un fazzoletto occorrevano oltre dodicimila molluschi con un costo di oltre duemila euro. In tantissimi hanno scritto e raccontato aneddoti e storie affascinanti su questo colore. Anche Fabrizio Caramagna, che è uno scrittore straordinario, mi ha emozionato parlando di questo colore. Perché ti ho detto tante volte che il colore è emozione allo stato puro. Dice più o meno così: Dopo il tramonto si scopre il vero colore del cielo: è viola. L’aria fresca che ti avvolge è viola. E anche l’anima deve avere un colore viola.
Oggi ti svelo una soluzione molto interessante, soprattutto per chi ha dei bambini piccoli ma non solo. Quante volte avresti voluto avere il coraggio di mettere un tappeto in pvc (oppure quei quadrotti a forma di puzzle in materiale gommoso) proprio li, su quel bellissimo marmo bianco del tuo pavimento, per fare in modo che i tuoi piccoli giocassero in uno spazio riparato dal freddo del pavimento? Ma solo il pensiero di levare e mettere il tappeto ad ogni utilizzo, oppure l’idea di lasciarlo in maniera stabile lì, ti atterrisce. Ti presento un oggetto decisamente non convenzionale, qualcosa che non è solo un tappeto, ma anche panchina, complemento d’arredo, superficie di gioco, insomma racchiude in sé diverse funzioni e tante possibilità di utilizzo. Si presenta come una seduta a forma di cilindro, anche molto carina, che può venire infatti srotolata, scoprendo un tappeto. Non è una panchina, e basta! È un distributore di comfort utile a soddisfare le più svariate esigenze. Un amico decide di fare un pisolino e diventa improvvisamente un letto. I bambini stanno cercando di giocare e diventerà il loro playrug preferito. Una sala TV deve essere improvvisata con tutto ciò che serve per guardare la partita con i tuoi amici? Con tanti cuscini saprà accoglierli tutti. E quando hai finito di usarlo lo pulisci facilmente e lo riarrotoli, lo usi come seduta, pronto a sfidare la tua prossima avventura.
Qualcuno avrà pensato che le spose audaci e glamour potrebbero anche vestirsi di rosso, in realtà proprio il rosso è il colore nuziale in Cina, equivalente al nostro bianco candido, simbolo di buon auspicio e strumento con cui allontanare gli spiriti. Se il nero nella nostra cultura è un colore da evitare ai matrimoni, non è così in Perù, dove insieme al rosso è tra le tinte predominanti degli abiti tipici indossati dalle spose, molto diverso rispetto al significato di questo colore che attribuiamo noi, di certo molto elegante ma non utilizzato certamente al matrimonio. Nell’antica Roma, le donne utilizzavano vesti arancioni durante la celebrazione del matrimonio. Poiché è il colore che più risalta con l’azzurro del cielo, per creare contrasti fantastici ed emozionali. Al bianco del vestito vaporoso, che a noi piace molto, in Turchia si aggiunge il rosso della cintura che viene donata dal fratello o dallo zio da indossare durante la celebrazione. Invece di bianco in Bulgaria è solo il volto della sposa, appositamente dipinto e coperto poi da un velo di paillettes colorate. Hai visto quanta diversità? Forse i colori sono i veri abitanti dello spazio che abitiamo in un mondo che abbiamo occupato e del quale spesso ci sentiamo padroni. Ma lo siamo davvero?
Il bianco è il colore più chiaro ed è acromatico (non ha tonalità), poiché riflette e sparge completamente tutte le lunghezze d’onda della luce visibili. È il colore della neve fresca, del latte, delle nuvole, ed è l’opposto del nero. Secondo i sondaggi in Europa e negli Stati Uniti, il bianco è il colore associato maggiormente alla perfezione, alla pulizia, al bene, al nuovo. Il bianco è un colore importante per quasi tutte le religioni del mondo. Il Papa ha indossato il bianco dal 1566, come simbolo di purezza e sacrificio. Nelle culture occidentali, il bianco è il colore più comune per gli abiti da sposa, che simboleggia la purezza e la verginità. In molte culture asiatiche, il bianco è anche il colore del lutto, perché le ossa sono bianche e i morti tendono a impallidire. Nei paesi africani il bianco è un colore magico: secondo una leggenda africana in origine il mondo nasce dal bianco, cioè da un’enorme goccia di latte. Ma in molte tribù questa tinta oltre che magica è anche pericolosa e per questo, ancora oggi, gli albini africani sono spesso perseguitati e uccisi: il loro colore li denota come esseri sacri e da sacrificare. Il bianco era anche un colore alla moda per uomini e donne nel 18 ° secolo. Gli uomini dell’aristocrazia e delle classi superiori indossavano parrucche bianche e calze bianche, e le donne indossavano elaborati abiti bianchi e pastello ricamati. Il marmo bianco dei templi romani e greci fu di ispirazione per l’architettura neoclassica. Il bianco esprime potere. “LA CASA BIANCA” esprime con il colore la grandezza nella sua totalità. Il bianco è uno dei primi colori usati nell’arte, nelle grotte del Paleolitico, infatti, gli artisti usavano calcite o gesso insieme a carboncino e ocra rossa e gialla. Il bianco è un colore a dir poco necessario per la pittura, utile non solo come tinta autonoma ma anche per stemperare e ammorbidire altri colori. Ma come si otteneva in passato, quando ancora non esistevano prodotti sintetici e industriali? Nel Neolitico (10.000-5000 a.C.), il bianco si otteneva a partire dalle ossa degli animali domestici, che venivano fatte essiccare e quindi impastate con acqua, albume o grasso. E chiaramente questa tinta veniva chiamata Bianco D’Ossa. Sin da bambini ci insegnavano a guardare l’arcobaleno che compariva magicamente guardando un cristallo di vetro o anche una biglia illuminate dal sole, e ci dicevano che il bianco è la somma di tutti i colori e quella era la dimostrazione, bene, ti faccio osservare che è vero che tutti i colori compongono la luce, che immaginariamente è bianca. Ma se tutti questi colori, ad esempio con dei pastelli a olio, o con degli acrilici, li mescoli insieme, non spunterà il bianco, come si potrebbe facilmente credere ma il nero. Quindi, come diceva anche Coco Chanel, Il nero contiene tutto. Anche il bianco. Sono d’una bellezza assoluta. È l’accordo perfetto.